lunedì 12 ottobre 2015

Fanny Mills

Fanny Mills è conosciuta come "The Ohio Big Foot Girl" ed è stata la donna con i piedi più grandi del mondo.
Nata il 30 agosto 1860 vicino a Sundusky (Ohio), Fanny crebbe assieme alle sue due sorelle perfettamente normali. Lei invece convisse per tutta la sua breve vita con una malattia agli arti inferiori chiamata "malattia di Milroy": questa colpisce il sistema linfatico e riempie di fluido gli arti, rendendoli enormi e pesanti. 
Spesso è descritta come una donna minuta, ma con dei piedi enormi,115 libre per taglia 30 di piede -almeno secondo le misure americane-.
Per le sue scarpe usarono tre strati di pelle di capra e i suoi "calzini" erano federe di un cuscino.
Già nel 1885 aderì al "freak show", accompagnata da Mary Brown, un'infermiera che l'avrebbe aiutata giorno per giorno per via della sua disabilità.
Il padre George, disperato dalla situazione, promise una cospicua ricompensa della cifra di 5000$ a chi sarebbe stato disposto a sposare sua figlia. Fanny rifiutò sempre ogni proposta, poiché la maggior parte delle proposte erano date da commercianti di oro e truffatori vari. Si sposò con William Brown, fratello di Mary, nel 1886 ed ebbe un figlio l'anno dopo, ma morì precocemente. 
La malattia peggiorò nel 1892, anno che la costrinse ad interrompere la sua carriera. Tornò nella sua fattoria assieme al marito fino alla fine dei suoi giorni.
Morì a soli 39 anni, nel 1899 e fu sepolta nella tomba di famiglia nell'Oakland Cemetery.
p.s: Ho trovato davvero pochissimo su di lei, ma meglio di niente ;)


mercoledì 7 ottobre 2015

Jean Libbera

Nato a Roma nel 1884, Jean Libbera è conosciuto come "l'uomo con due corpi", a causa di una deformazione fisica costituita da un gemello parassita con una testa rudimentale, della circonferenza di sei pollici (15 cm), conficcata nel suo petto.
Per poter constatare ciò il professor Berdenheimer, uno studioso di Colonia, espose Jean ai raggi X.
Il gemello parassita era munito anche di arti, percepiva le sensazioni e condividevano lo stomaco con il fratello. 

Jean e il suo gemello, che chiamò Jacques, vivevano all'interno di una famiglia di 13 figli perfettamente sani.
I medici dell'epoca constatarono che Jacques fosse un caso unico nel suo genere (a detta loro "la peggior anomalia presente in natura") e ciò lo spinse ad esibirsi con il circo. Lavorò negli Stati Uniti per molti anni e guadagnò abbastanza soldi per potersi garantire un futuro ricco.
Riuscì a trovare l'amore ed ebbe quattro figli, dopodiché si ritirò dal mondo dello spettacolo e si ritrasferì con la sua famiglia in Italia, dove vi morì nel 1934.


martedì 6 ottobre 2015

Alice Elisabeth Doherty

Nata il 14 marzo 1887 a Minneapolis, Alice Elisabeth Doherty fu una delle creature più straordinarie di tutti i tempi. Noi la ricordiamo come “La donna lupo”.
Nata da una famiglia del tutto normale, Alice era l’unica ad essere affetta da una malattia genetica estremamente rara all’epoca, tanto che raggiunse un primato negli Stati Uniti: Ipertricosi lanuginosa congenita, ovvero la crescita incontrollata di peli su tutto il corpo, compreso il viso. Era priva di denti, in compenso è ricordata come una ragazza dalla mente brillante e sveglia.
Il padre Aloysius si trovò in difficoltà quando vide in che condizioni era nata sua figlia, ma guardando i suoi bellissimi occhi blu pensò che era una meraviglia umana e che il pubblico avrebbe pagato fior di quattrini per poterla vedere. Fin da piccina, quando aveva circa 2 anni, fu introdotta nel mondo dello spettacolo assieme ai Barnum & Bailey Circus, da cui ottenne un discreto successo per 20 anni. Il suo nome d’arte era “The Woolly Minnesota baby”. Durante le sue esibizioni Alice rimaneva in posa a lungo come se fosse un oggetto da esposizione, gli spettatori avevano la possibilità di toccarle il corpo ricoperto di peli biondicci lunghi tra i 5 e i 9 cm, un po’ per la meraviglia e un po’ per accertarsi che non fossero peli incollati.
Si ritirò dalle scene nel 1915, dopo che la sua famiglia si trasferì a Dallas, in Texas.
Non ebbe mai relazioni né si sposò mai, morì il 13 giugno 1933, dopo aver subito un intervento di isterectomia poi finito male.
Il suo corpo è sepolto a Dallas nel Calvary Cemetery Hill.


Stephan Bibrowski

Avete mai visto il film “Fur”, con Nicole Kidman?
Sappiate che quel film, ambientato agli inizi del novecento, è stato ispirato da uno dei più famosi personaggi del mondo circense: Stephan Bibrowski.
Nato a Bielsk, in Polonia nel 1891, Stephan detto “Lionel” per via del suo viso somigliante a quello di un leone, nacque affetto da Ipertricosi che, come nel caso già analizzato nell’articolo precedente dedicato a Alice Doherty, ricopriva il ragazzo di una folta peluria ad eccezione dei palmi delle mani e delle piante dei piedi. Inoltre aveva pochissimi denti, uno in ogni mascella superiore ed inferiore.
Gli abitanti di Bielsk cominciarono ad evitare la famiglia Bibrowski, fino a odiarli a causa della natura del loro piccolo figlio. Una volta furono persino lapidati e accadde spesso che furono vittime di minacce secondo il quale avrebbero dovuto lasciare il paese e non tornare mai più.
Al contrario di Alice, Stephan fu ben presto abbandonato dai suoi famigliari, stanchi delle continue umiliazioni da parte degli abitanti della città, successivamente fu affidato al signor Sedlmayer, appena tornato da un tour in Russia. Egli era un impresario che, dopo aver scambiato Stephan con un mulino ed un appezzamento di terra, cominciò a portarlo in giro per l’Europa sin dall’età di 4 anni.Verso i 6 anni fu mandato in un collegio a Wurtemberg, col fine di dargli un minimo di cultura.
Ebbe un grande successo anche in America, nel quale si spostò intorno al 1901. Lì si aggregò ad una compagnia circense (Barnum & Bailey Circus) che lo fece esibire mentre intraprendeva esercizi di ginnastica, mostrando la sua peluria lunga circa 14 cm. Un’altra cosa che faceva era quella di raccontare la storia della sua vita, nonostante non fosse tutto vero quel che diceva, ma era quel giusto che serviva per affascinare il pubblico.
Diceva di essere nato nel 1890 a Wilezagora (città inventata) e che mentre la madre Benedict era incinta, suo marito fu aggredito da dei leoni scappati da un circo, così lo shock si riflettè sul bambino facendolo nascere così com’era. Ovviamente s’inventava anche cose come quelle in cui diceva di riuscire a vedere al buio come i felini (altra cosa non vera, era miope e portava gli occhiali quando non si esibiva), ma la gente ci credeva comunque.
La sua carriera continuò a brillare andando avanti con gli anni e i suoi guadagni erano altissimi, circa 500$ a settimana.
Quando tornò in Germania nel 1908 fece anche un’apparizione al museo delle cere di Berlino e vi restò per un lungo periodo, girando diverse città tedesche.
Nel 1912 rimase ustionato a causa di una sigaretta che stava fumando e che gli cadde sul viso, per cui dovette rimanere in pausa per un po’ di tempo, circa un anno.
Si trasferì definitivamente negli Stati Uniti nel 1920, a Ney York city, dove fece tappa fissa a Coney Island.
Nonostante il suo aspetto, Stephan era un gentiluomo, un uomo di grande stile e cultura: sapeva la bellezza di cinque lingue. Adorava dipingere paesaggi e avrebbe voluto diventare dentista sin da piccolo.
Per quanto riguarda la situazione sentimentale non si sposò mai.
Verso la fine del 1920 Stephan, stanco del circo, si ritirò in Germania e morì a Berlino, non si sa se all’interno di un ospedale o di un campo di concentramento nazista, nel 1932 a causa di un arresto cardiaco, aveva 41 anni.


Isaac Sprague

Questa è la biografia di uno degli uomini più magri al mondo, un uomo che ha fatto della sua estrema condizione fisica una vera e propria leggenda vivente.
Nato a East Bridgewater, nel Massachussets il 5 gennaio 1841, Isaac era un ragazzino normale in fatto di salute. Aveva una grandissima passione per il nuoto e mangiava molto e in maniera sana. A 12 anni tutto si interruppe: il suo corpo, inspiegabilmente, iniziò a perdere peso molto velocemente, cosa che fece preoccupate i genitori, Il padre Nathiel, un calzolaio, diede inizialmente la colpa al fatto che lo sport acquatico lo avesse indebolito troppo, cosa ovviamente non credibile, soprattutto da parte dei medici che lo visitarono. Nessuno dei dottori riuscì a dare una spiegazione alla famiglia, nel frattempo Isaac si indeboliva sempre di più e i genitori furono costretti a lasciare i rispettivi lavori per stargli accanto. Si dice che portasse con sé del latte zuccherato per non svenire. Dalle sue ultime visite mediche venne fuori che era alto 1,71 m e pesasse meno circa 19,5 kg. Si dice che la sua malattia, benché ancora in discussione diagnostica, fosse riconducibile ad una atrofia muscolare progressiva.
Stanco di questa vita, Isaac trovò lavoro nel 1865 presso un circo per 80 dollari alla settimana, cifra molto alta all’epoca. Inizialmente Isaac non accettò di diventare una star del circo, fare il fenomeno da baraccone non gli piaceva molto, ma la paga a lui concessa era una cifra non indifferente.
Sebbene abbia vissuto solo 46 anni, età piuttosto avanzata dato le sue condizioni fisiche, Isaac ebbe una vita piena di successi: “The skeleton man” era conosciuto ovunque, lo invitarono persino alla mostra di un museo, il P.T. Barnum’s American Museum di New York City, che poi subì un incendio nel 1868. Dopo questo bruttissimo evento, Isaac si ritrovò senza lavoro e senza soldi e la situazione peggiorò, poiché si dice che fosse anche un giocatore piuttosto accanito.
Si ritirò dalle scene molto presto, ma ebbe la fortuna di conoscere la sua futura moglie Tamar Moore, da cui ebbe tre figli perfettamente sani. Il loro matrimonio fu molto alternativo, seguito da un corteo di freaks. Nonostante fossero una coppia molto affiatata, si rendevano conto che la situazione economica della famiglia Sprague era parecchio spiacevole, così Isaac tornò nel mondo dello spettacolo circense dopo aver preso una decisione con la moglie, ma morì poco dopo per asfissia a Chicago il 5 gennaio 1887.
La sua ultima volontà fu quella di voler donare il proprio corpo alla scienza, al fine di trovare una spiegazione scientifica ed un nome alla malattia che l’ha perseguitato tutta la vita e, allo stesso tempo, lo ha fatto diventare una star.


Josephine Joseph

Ricordate quando accennammo il film “Freaks, diretto da Ted Browning nel 1932?
Sempre in quel film apparve più di un autentico fenomeno da baraccone, una dei quali era Josephine Joseph, la creatura ermafrodita.
Nata in Austria con origini polacche, Josephine nacque intorno al 1913. Non si sa come si chiamasse in realtà, né dove nacque e quando di preciso, come non si sa nulla della sua infanzia.
Iniziò a lavorare col circo molto giovane e si presentava anche lei, come nel caso di Bobby Kork, con un costume diviso in verticale con una tutina in stile tarzan a destra ed un body con gonna a sinistra. Per distinguere meglio le parti, il lato maschile era più abbronzato, muscoloso e i capelli corti erano pettinati all’indietro con della brillantina, mentre il lato femminile aveva l’aspetto più delicato e “morbido”, con un seno ben visibile. Il braccio destro era più lungo della sinistra, le sopracciglia erano diverse e mentre a destra indossava un sandalo, a sinistra indossava una scarpetta da donna.
Benché avesse sempre affermato di essere una vera ermafrodita, non ci sono mai state prove concrete, difatti era molto difficile trovare veri ermafroditi, poiché molti di loro si affermavano solo esecutori molto abili nel travestimento. Difatti nel 1930, lei e suo marito George Waas furono accusati di frode durante uno spettacolo a Coney Island, affermando che Josephine non fosse un vero ermafrodita. Per provare il contrario, Waas offrì di inviare delle radiografie della moglie per dimostrare il contrario, ma rifiutò di farle fare da un dottore della Corte. Il sovrintendente incaricato al caso affermò che il corpo di Josephine era effettivamente diverso, ma ciò non poteva costituire una prova. Al fine di evitare un processo, i due coniugi si dichiararono colpevoli.
Il marito si scusò dicendo di voler rinunciare allo show e di andarsene dal paese, ma venne comunque multato di 25 £, mentre Josephine fu assolta.
Nel 1932 partecipò al film di Browking “Freaks”, ma da lì in poi non si sa più nulla della sua vita, né della sua morte, avvenuta probabilmente negli Stati Uniti.


Myrtle Corbin

Nata nella Contea di Lincoln il 12 maggio 1868, Josephine Myrtle Corbin, componente di una famiglia numerosa formata da 8 figli, venne alla luce con una grave deformazione: aveva un gemello parassita posizionato all’altezza del suo bacino, dal quale uscivano due gambe più piccole che poteva muovere, ma non poteva camminarci poiché troppo deboli per reggere il peso del suo corpo. La madre fu molto fortunata a sopravvivere al parto, anche perché Myrtle nacque in posizione podalica, quindi le gambe furono un grande ostacolo.
La causa della presunta deformazione della bambina spinse a far sospettare i medici che i genitori di Josephine, William H. Corbin e Nancy Sullins, fossero parenti, ma tutto ciò fu smentito poiché si somigliavano parecchio, ma non avevano legami di sangue.
A 13 anni entrò a far parte del circo, prima con P.T. Barum e poi con Ringling Brothers Circus, con il nome “La ragazza con quattro gambe dal Texas”, riscuotendo un enorme successo al botteghino. Alcune volte le venivano installate persino delle gambe false per fare ancora più scena.
A 19 anni si sposò con Clinton Birknell, dal quale ebbe cinque figli. Ebbe il primo figlio nel 1887, dopo un anno di matrimonio con Clinton, ma fu molto difficile per lei, poiché subì anche degli aborti ordinati dai medici. Tra le curiosità sulla sua prole si dice che Myrtle avesse due organi genitali perfettamente funzionanti ed in grado di riprodursi e che, visto che entrambi erano adatti alla procreazione, tre dei suoi figli uscirono da una parte e due dall’altra. Inoltre i medici dedussero che i coniugi avessero più rapporti entrando in contatto col bacino destro, piuttosto che col sinistro, cosa che avvalora la tesi sulla nascita dei figli. 
Per quanto riguarda il lato comportamentale, Myrtle è descritta come una donna attraente, simpatica, intelligente, raffinata e con un ottimo gusto musicale. Era una brava moglie, una brava madre e sapeva gestire i suoi doveri, tra cui anche quelli domestici.
Morì il 6 maggio del 1928 a Cleburne, in Texas.


Mirin Dajo

Non tutti i personaggi presenti in un circo presentano malformazioni fisiche o malattie rare, anzi.
Oggi parleremo di un vero e proprio mito umano, un personaggio che sconvolse il mondo con le sue doti fisiche superiori alla norma.
Mirin Dajo, pseudonimo di Arnold Gerrit Henske, è nato a Rotterdam, in Olanda, il 6 agosto del 1912.
Divenne un fachiro di grande successo e i suoi spettacoli, che solitamente avevano luogo in Olanda e in Svizzera, erano davvero forti e suggestivi: aiutato da un assistente, Mirin s’infilzava una vera e propria spada che lo trafiggeva da parte a parte, bucando diversi organi vitali (milza, reni, stomaco, fegato, polmoni e, a detta di alcuni, persino il cuore), ma in compenso, al contrario delle tipiche conseguenze che avrebbero portato un uomo comune alla morte, lui riusciva benissimo a muoversi e a camminare normalmente senza emettere lamenti di dolore e senza perdere nemmeno una traccia di sangue.
Fu chiamato “Il puntaspilli umano” e delle volte al posto dei tubi venivano installati dei tubi per creare una splendida fontana vivente. Sapeva persino inghiottire vetri e oggetti appuntiti senza subire danni, cosa che portò i medici a studiare il suo caso che, a quanto sembra, non aveva nulla di falso, tanto che non fu mai dimostrato il contrario sulla veridicità delle sue performances. 
Nel 1947 il “Times” riportò un articolo secondo il quale Dajo fosse stato esaminato all’ospedale di Basilea e che, nonostante avessero riportato ecografie al torace di Mirin con la spada conficcata su cuore e polmoni, non riuscirono a dare una diagnosi a questo fenomeno assai strano e surreale. 
Si sa che i fachiri siano esperti di anatomia e che di solito, nel caso in cui si ledano delle parti, non scelgano mai parti mortali; Dajo sceglieva proprio i punti più pericolosi e non ebbe mai riscontri fatali. Dajo non sapeva di preciso la causa della sua dote innata, in compenso era estremamente religioso e sostenne di essere a contatto con tre angeli custodi, con  quali parlava telepaticamente fin da quando era piccolo. Da ciò si può constatare che la sua dote fosse data dalla fede e inoltre asserì di essere entrato nel mondo dello spettacolo per diffondere questo messaggio, difatti dopo le sue performances faceva dei piccoli discorsi, cercando di far capire che la sua invulnerabilità era la prova dell’esistenza di un Dio e della possibile resistenza dell’uomo alla morte, al fine di dar fine alla guerra e alle violenze.
Nonostante ciò, Mirin lavorò al circo per soli 3 anni e morì prematuramente il 26 maggio 1948 a Winterthur, dopo aver digerito volontariamente un chiodo durante una delle sue esibizioni. Il chiodo fu rimosso due giorni dopo, ma da lì Mirin non si riprese mai, restando in trance per una decina di giorni fino a morire a causa di una dissecazione aortica, questo secondo l’autopsia e l’assistente di Dajo.


Nikolai Kobelkoff

Come può un uomo vivere senza arti? Come può muoversi e condurre una vita normale? Beh, c’era un uomo in grado di farlo: il suo nome era Nikolai Wassiljewittsch Kobelkoff, nato a Wossnesensk, in Siberia, il 22 luglio 1851.
Nato da una famiglia numerosissima (era il più piccolo di 13 figli completamente sani) Nikolai nacque senza arti, cosa che portò la sua famiglia ad avere difficoltà, soprattutto con il vicinato che era terrorizzato nel vedere un bambino così deforme, tanto da divenire protagonista di parecchie superstizioni, alcuni si facevano addirittura il segno della croce al suo passaggio.
L’unico che lo aiutò davvero fu il suo maestro che gli diede l’istruzione necessaria per farlo diventare poi contabile di famiglia. Non solo, il suo maestro lo aiutò anche a distruggere le superstizione e la paura che la società provava nei suoi confronti e gli insegnò persino a scrivere: inizialmente teneva la matita sotto al mento, poi imparò ad usare il moncherino destro che utilizzò per qualsiasi cosa, persino dipingere, un’altra sua grande passione che coltivò anche durante le sue esibizioni e che gli fece guadagnare parecchi soldi, inoltre i quadri venivano venduti abbinati ad una sua foto.
Nel 1871 ebbe modo di entrare in contatto col mondo dello spettacolo a San Pietroburgo grazie a Berg, uno showman di successo. Le sue esibizioni erano impressionanti: pur non avendo gli arti, Nikolai riusciva a mangiare, bere, versarsi il vino, sparare, ricaricare l’orologio, infilare il fino nella cruna dell’ago, danzare, fare prove di forza sollevando sulle spalle gli spettatori e reggersi sulla propria testa. Per camminava usava strisciare, ma poteva anche camminare a colpi di reni, come a saltellare. Un’ altra cosa che sapeva fare era salire e scendere le scale, come salire e scendere da una sedia. 
Divenne presto una star mondiale e successivamente conobbe la sua futura moglie in Austria, nel 1875, Anna Wilfert con la quale si sposò pochi mesi dopo a Budapest. Ebbero 11 figli completamente sani, ma non erano una coppia felice come poteva sembrare: si dice fosse volgare durante i litigi con la moglie e che fosse un tipo scontroso e violento, addirittura che fosse alcolizzato. Nonostante tutto, la famiglia rimase unita sempre e comunque.
Nel 1898 aprì una compagnia cinematografica dove fece alcuni filmati in cui riprendeva se stesso durante le sue esibizioni. A Prater, in Austria, comprò un parco divertimenti, gestito poi dai suoi discendenti. Poco prima della sua morte scrisse una biografia e pubblicò una foto da nudo artistico in cui interpretava una statua romana.
Morì a Vienna il 19 gennaio 1933. I suoi effetti personali si trovano al Wienner Circus & Clownmuseum di Vienna.


Ruth Berry

Di Ruth Berry si sa davvero poco, la sua biografia è abbastanza povera di informazioni, tant’è che non abbiamo trovato nulla riguardante la sua vita prima di entrare nel mondo dello spettacolo.
Si sa solo che nacque più o meno nel 1910 e che fu affetta da una patologia congenita chiamata “focomelia”, una malattia che causava la malformazione di tutti e quattro gli arti, rendendo le mani con le dita fuse tra loro, come se fossero pinne.
Non fu un caso che il suo nome da star del circo era “Mignon, the penguin girl”, ovvero “la donna pinguino”.
Iniziò a lavorare come fenomeno da baraccone a soli 20 anni (1930) e il nome d’arte le fu dato per il suo aspetto, difatti era tozza, bassa e l’andatura della sua camminata era ondeggiante: un vero e proprio ibrido tra un pinguino e una donna.
Nonostante tutto il suo aspetto non le vietò di sposarsi, tant’è che si sposò addirittura due volte: la prima volta con un tizio chiamato LaArgo e la seconda volta con Earl Davis, l’uomo rana. Si esibì in tutto il mondo ed ebbe un successo clamoroso, finché non abbandonò il mondo dello spettacolo nel 1965, quando ormai il circo dei Freaks non andava più di moda.
Di come finì la sua vita e come morì non si sa, ma una cosa è certa: un tocco di mistero dona a Ruth un certo fascino attorno al suo personaggio.