Non tutti i personaggi presenti in un circo presentano malformazioni fisiche o malattie rare, anzi.
Oggi parleremo di un vero e proprio mito umano, un personaggio che sconvolse il mondo con le sue doti fisiche superiori alla norma.
Mirin Dajo, pseudonimo di Arnold Gerrit Henske, è nato a Rotterdam, in Olanda, il 6 agosto del 1912.
Divenne un fachiro di grande successo e i suoi spettacoli, che solitamente avevano luogo in Olanda e in Svizzera, erano davvero forti e suggestivi: aiutato da un assistente, Mirin s’infilzava una vera e propria spada che lo trafiggeva da parte a parte, bucando diversi organi vitali (milza, reni, stomaco, fegato, polmoni e, a detta di alcuni, persino il cuore), ma in compenso, al contrario delle tipiche conseguenze che avrebbero portato un uomo comune alla morte, lui riusciva benissimo a muoversi e a camminare normalmente senza emettere lamenti di dolore e senza perdere nemmeno una traccia di sangue.
Fu chiamato “Il puntaspilli umano” e delle volte al posto dei tubi venivano installati dei tubi per creare una splendida fontana vivente. Sapeva persino inghiottire vetri e oggetti appuntiti senza subire danni, cosa che portò i medici a studiare il suo caso che, a quanto sembra, non aveva nulla di falso, tanto che non fu mai dimostrato il contrario sulla veridicità delle sue performances.
Nel 1947 il “Times” riportò un articolo secondo il quale Dajo fosse stato esaminato all’ospedale di Basilea e che, nonostante avessero riportato ecografie al torace di Mirin con la spada conficcata su cuore e polmoni, non riuscirono a dare una diagnosi a questo fenomeno assai strano e surreale.
Si sa che i fachiri siano esperti di anatomia e che di solito, nel caso in cui si ledano delle parti, non scelgano mai parti mortali; Dajo sceglieva proprio i punti più pericolosi e non ebbe mai riscontri fatali. Dajo non sapeva di preciso la causa della sua dote innata, in compenso era estremamente religioso e sostenne di essere a contatto con tre angeli custodi, con quali parlava telepaticamente fin da quando era piccolo. Da ciò si può constatare che la sua dote fosse data dalla fede e inoltre asserì di essere entrato nel mondo dello spettacolo per diffondere questo messaggio, difatti dopo le sue performances faceva dei piccoli discorsi, cercando di far capire che la sua invulnerabilità era la prova dell’esistenza di un Dio e della possibile resistenza dell’uomo alla morte, al fine di dar fine alla guerra e alle violenze.
Nonostante ciò, Mirin lavorò al circo per soli 3 anni e morì prematuramente il 26 maggio 1948 a Winterthur, dopo aver digerito volontariamente un chiodo durante una delle sue esibizioni. Il chiodo fu rimosso due giorni dopo, ma da lì Mirin non si riprese mai, restando in trance per una decina di giorni fino a morire a causa di una dissecazione aortica, questo secondo l’autopsia e l’assistente di Dajo.
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