martedì 6 ottobre 2015

Stephan Bibrowski

Avete mai visto il film “Fur”, con Nicole Kidman?
Sappiate che quel film, ambientato agli inizi del novecento, è stato ispirato da uno dei più famosi personaggi del mondo circense: Stephan Bibrowski.
Nato a Bielsk, in Polonia nel 1891, Stephan detto “Lionel” per via del suo viso somigliante a quello di un leone, nacque affetto da Ipertricosi che, come nel caso già analizzato nell’articolo precedente dedicato a Alice Doherty, ricopriva il ragazzo di una folta peluria ad eccezione dei palmi delle mani e delle piante dei piedi. Inoltre aveva pochissimi denti, uno in ogni mascella superiore ed inferiore.
Gli abitanti di Bielsk cominciarono ad evitare la famiglia Bibrowski, fino a odiarli a causa della natura del loro piccolo figlio. Una volta furono persino lapidati e accadde spesso che furono vittime di minacce secondo il quale avrebbero dovuto lasciare il paese e non tornare mai più.
Al contrario di Alice, Stephan fu ben presto abbandonato dai suoi famigliari, stanchi delle continue umiliazioni da parte degli abitanti della città, successivamente fu affidato al signor Sedlmayer, appena tornato da un tour in Russia. Egli era un impresario che, dopo aver scambiato Stephan con un mulino ed un appezzamento di terra, cominciò a portarlo in giro per l’Europa sin dall’età di 4 anni.Verso i 6 anni fu mandato in un collegio a Wurtemberg, col fine di dargli un minimo di cultura.
Ebbe un grande successo anche in America, nel quale si spostò intorno al 1901. Lì si aggregò ad una compagnia circense (Barnum & Bailey Circus) che lo fece esibire mentre intraprendeva esercizi di ginnastica, mostrando la sua peluria lunga circa 14 cm. Un’altra cosa che faceva era quella di raccontare la storia della sua vita, nonostante non fosse tutto vero quel che diceva, ma era quel giusto che serviva per affascinare il pubblico.
Diceva di essere nato nel 1890 a Wilezagora (città inventata) e che mentre la madre Benedict era incinta, suo marito fu aggredito da dei leoni scappati da un circo, così lo shock si riflettè sul bambino facendolo nascere così com’era. Ovviamente s’inventava anche cose come quelle in cui diceva di riuscire a vedere al buio come i felini (altra cosa non vera, era miope e portava gli occhiali quando non si esibiva), ma la gente ci credeva comunque.
La sua carriera continuò a brillare andando avanti con gli anni e i suoi guadagni erano altissimi, circa 500$ a settimana.
Quando tornò in Germania nel 1908 fece anche un’apparizione al museo delle cere di Berlino e vi restò per un lungo periodo, girando diverse città tedesche.
Nel 1912 rimase ustionato a causa di una sigaretta che stava fumando e che gli cadde sul viso, per cui dovette rimanere in pausa per un po’ di tempo, circa un anno.
Si trasferì definitivamente negli Stati Uniti nel 1920, a Ney York city, dove fece tappa fissa a Coney Island.
Nonostante il suo aspetto, Stephan era un gentiluomo, un uomo di grande stile e cultura: sapeva la bellezza di cinque lingue. Adorava dipingere paesaggi e avrebbe voluto diventare dentista sin da piccolo.
Per quanto riguarda la situazione sentimentale non si sposò mai.
Verso la fine del 1920 Stephan, stanco del circo, si ritirò in Germania e morì a Berlino, non si sa se all’interno di un ospedale o di un campo di concentramento nazista, nel 1932 a causa di un arresto cardiaco, aveva 41 anni.


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